Osnago: il presidio alla Voss resiste in attesa di un confronto con l'azienda e in difesa del lavoro ''anche dopo il 31 marzo''

La difesa dei posti di lavoro dei 70 operai della Voss di Osnago resiste. Quest'oggi davanti ai cancelli dello stabilimento di via Stoppani è stata convocata una conferenza stampa durante la quale le organizzazioni sindacali hanno ribadito con forza la volontà di affrontare la chiusura del sito osnaghese diversamente da quanto proposto dalla proprietà, che intende concedere ai dipendenti un incentivo in cambio delle dimissioni volontarie.

I sindacati chiedono invece come minimo il prolungamento degli ammortizzatori sociali per coprire il periodo utile affinchè ciascun lavoratore riesca a trovare un altro posto, se proprio i vertici non intendono lasciare l'attività a qualche altro soggetto interessato.



Nelle ultime due settimane, durante le quali davanti ai cancelli è stato allestito un presidio permanente che per ora andrà avanti ad oltranza, il caso Voss ha persino varcato i confini nazionali, dopo l'interessamento da parte della Regione e degli onorevoli del territorio, quando la Fim Cisl ha interessato sulla vicenda IG Metall, il sindacato tedesco dei metalmeccanici, chiamati ad intervenire con la casa madre su quanto sta accadendo in Italia. Anche per questo, per la rilevanza che sta avendo la vertenza, il messaggio lanciato quest'oggi durante la conferenza dai sindacati è rivolto alla difesa del lavoro in generale e a quegli imprenditori che intendono svuotare le proprie fabbriche con il termine del blocco dei licenziamenti, fissato per il prossimo 31 marzo.


Eliana Dell'Acqua e Mirco Scaccabarozzi della Cisl Monza Brianza Lecco


Nelle parole di chi è intervenuto si è avvertita infine l'amarezza per l'assenza della proprietà al tavolo convocato questa mattina presso la IV Commissione di Regione Lombardia.
''Ci siamo resi disponibili a fare qualsiasi ragionamento pur di tenere in piedi questa attività, ma dall'altra parte abbiamo trovato solo un muro, sin dall'inizio'' è stato il commento di Antonio Guzzi di Fiom Cisl Monza Brianza Lecco. ''Il leitmotiv nelle poche occasioni di incontro è stato sempre affermare che hanno deciso di chiudere il sito di via Stoppani e che questa è una decisione irrevocabile. Noi vogliamo e possiamo fare un ragionameno più ampio, perchè non ci hanno mai convinti che in questo sito non c'è la minima possibilità di futuro. Ci sono invece gli strumenti per farlo e abbiamo dato la nostra disponibilità convinti che possiamo giocare un ruolo importante in questo. Altrimenti non ci stiamo e rimarremo davanti a questa fabbrica finchè non troveremo delle soluzioni adeguate''.


Diego Riva ed Enrico Guzzi della Cgil di Lecco

''Questa vertenza ha ormai assunto un carattere fortemente nazionale per le implicazioni che ha in generale'' ha commentato Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco. ''Non si possono avere statuti come quello della tedesca Voss in cui si millanta una vocazione sociale e venire da noi, in Italia, a fare della macelleria sociale. Non ci siamo mai sottoposti ai diktat delle aziende e non vogliamo che questo sia il prodromo di ciò che accadrà dopo lo sblocco dei licenziamenti. Continueremo ad affiancare questi lavoratori e queste lavoratrici''.


Lorena Silvani e Alessandra Crippa (Rsu) della Fim Cisl Monza Brianza Lecco


''Questi imprenditori si sono sottratti ad una discussione di merito'' ha proseguito Diego Riva, segretario generale di Cgil Lecco. ''Ma i lavoratori chiedono solo di poter affrontare seriamente quelle che sono le loro prospettive. Sono persone che possiamo solo ringraziare per ciò che hanno dimostrato occupando la fabbrica dalla mattina alla sera e anche durante il Natale. Dimostrano che in questo Paese certe cose non si possono fare non solo perchè esistono delle leggi che devono essere rispettate, ma soprattutto perchè dietro ogni posto di lavoro ci sono uomini e donne in carne ossa e famiglie che meritano di mantenere la loro dignità''.
A.S.
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