L'ipotesi di annessione formulata a fine 1908 trova riscontro nella richiesta della commissione preposta, con una lettera datata 11 gennaio 1909, indirizzata alla giunta di Merate di "stabilire le basi sulle quali possibilmente si possa addivenire ad un accordo".
Viene così convocata una giornata di comune ritrovo, il 24 gennaio alle 14.30 cui fa seguito la lettera del comune di Novate dell'8 giugno che fa sapere di "avere formulato le basi sulle quali chiedere possa avvenire la detta annessione".
Dieci i punti cardine di tale proposta:
Richieste che, però, la giunta di Merate il 27 giugno spiega di non condividere. "Le condizioni però alle quali si chiede debba avvenire la proposta annessione sono troppo onerose per questa amministrazione che non vede nella proposta alcun vantaggio".
In consiglio viene portata questa proposta di rigetto dell'istanza e il consigliere Greppi propone di non escludere del tutto tale possibilità ma di invitare a ridurre le condizioni.
Il 2 gennaio 1927, trascorso un ventennio e tanti eventi storici, si arriva a una soluzione.
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Novate contava allora 605 abitanti, Merate 3.542. Richiamate le delibere del 1908 e 1909 e le richieste formulate che, alla luce della situazione attuale (del 1927), avevano già trovato riscontro (assistenza ospedaliera dei poveri, rappresentanti novatesi nel consiglio, servizio dell'acqua potabile), si fa istanza al Ministero dell'Interno per "provocare il decreto reale per la unione a Merate del comune di Novate Brianza, con fusione piena e completa delle attività e delle passività patrimoniali in un unico ente, con parità di diritti e doveri delle due popolazioni".
Si conferma la permanenza della scuola elementare, di una sezione dell'asilo infantile, del cimitero e degli edifici adibiti al culto.
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Il 5 giugno 1927 il podestà Carlo Baslini chiede al prefetto di Como di comunicargli le modalità e le condizioni per procedere con l'unione dei due comuni di Merate e di Novate brianza nell'unico ente denominato Merate.
Nell'occasione suggerisce tra le condizioni di includere anche quella del mantenimento dei due consorzi medico ed ostetrico.
L'8 maggio 1927 Vittorio Emanuele Re d'Italia con atto controfirmato da Mussolini decreta in due articoli che i comuni di Merate e Novate brianza, in provincia di Como "sono riuniti in un unico comune denominato Merate" e che le "condizioni dell'unione saranno determinate dal prefetto di Como sentita la giunta provinciale amministrativa".