Scritto Domenica 27 novembre 2016 alle 09:51
Il senso di impunità scatena l’audacia di ladri. Subire senza reagire e ancora possibile?
Quasi 25 chilometri percorsi ad altissima velocità, a tratti sul filo dei 200 all'ora, per bloccare due ladri albanesi. Un'operazione brillante, davvero meritevole di un encomio, conclusasi in modo a dir poco sconcertante: arrestati non senza difficoltà, i due carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile hanno redatto per bene i rapporti e tradotto gli albanesi nel carcere circondariale di Pescarenico. E l'indomani si sono presentati in tribunale con evidenti segni della colluttazione, con gli arrestati. Il Giudice ha comminato la pena di anni due, con sospensione e remissione in libertà. Così, evidentemente dice la Legge. E il Giudice la deve applicare. Ma così non va. Innanzitutto per i militari che hanno fatto qualcosa di più del proprio dovere. Cosa avranno provato nel vedere gli albanesi lasciare il tribunale per tornare, si presume, al ...."lavoro"?
Noi, poco addentro nelle norme del codice penale, restiamo a dir poco stupiti. E molto preoccupati. Non sappiamo se i due, più il terzo complice che era riuscito a fuggire, siano gli stessi che nel tardo pomeriggio di giovedì davanti una decina di testimoni, hanno razziato una villetta a Cernusco con una sfrontatezza che denota il convincimento - tutt'altro che infondato - di impunità. Né se siano gli stessi che la sera hanno assaltato un'altra abitazione a Merate. Ma che lo fossero o meno la domanda per noi cittadini resta: che cosa possiamo fare, a parte leggere con grande scetticismo le statistiche ufficiali che parlano di un calo dei reati denunciati (che non sono pari a quelli consumati, come a quasi tutti è noto) per difendere le nostre proprietà e noi stessi dai razziatori? Nulla, se stiamo all'impianto legislativo vigente. Perché come ha scritto un lettore se anche uno di noi riuscisse a sprangare un ladro rischierebbe di finire indagato per eccesso colposo di legittima difesa e magari di dover poi risarcire il malvivente delle spese sostenute per rimettere in sesto la dentiera. Dire che tutto ciò è sconfortante non rende bene l'idea.
Sulla rapidità di risposta delle forze dell'ordine, allertate mediante il 112, c'è stata una recente polemica. La procedura esige il suo tempo: al 112 risponde un operatore che sta a Varese, chiede motivo della chiamata e luogo, poi inquadrata la situazione dirotta a una centrale dell'Arma o, se l'orario è ancora possibile, direttamente a una stazione. Difatti a Cernusco è giunta una pattuglia da Casatenovo nonostante la vicinanza della stazione di Merate con annesso comando di Compagnia. Non è il massimo, diciamolo. E difatti i malviventi hanno goduto di quasi un quarto d'ora di libertà e sono poi riusciti a dileguarsi. Altri tempi quando le stazioni dei carabinieri, e anche quelle ferroviarie, erano presidiate giorno e notte. Oggi il furbetto di Rignano fa dire ai giornaloni che riduce le tasse, invece taglia solo servizi e trasferimento statali. E stiamo tutti peggio. Ai militari danno Panda, Bravo, Punto, Clio e qualche rara Alfa per il Radiomobile. Un tempo polizia e carabinieri viaggiavano su "pantere" e "gazzelle", sinonimi di Alfa Romeo Giulia 75, 90, 155, 156, Alfetta, Bmw.
Gli albanesi correvano su un'Alfa 156, i carabinieri su una Bravo e se li hanno raggiunti vuol dire che l'autista è un pilota. Ma corre a suo rischio e pericolo.
Insomma magari ce la mettono anche tutta ma in pochi e con scarsi mezzi le forze dell'ordine non riescono a arginare l'assalto. Dunque? Armiamoci? Lo Stato dovrebbe stare dalla nostra parte visto che...lo Stato siamo noi. Invece no. Lo Stato è sempre contro di noi e per ragioni imperscrutabili trasforma la vittima in carnefice e viceversa.
Restano due alternative per rafforzare il perimetro del quadrante "Brianza":
1) un'associazione dei comuni del circondario per mettere assieme uomini e mezzi di polizia locale, sufficienti a formare due o tre pattuglie in affiancamento all'Arma. Bene la video sorveglianza ma serve, quando funziona, a cercare i colpevoli, non a prevenire i reati, dato che i banditi anche di fronte a una decina di persone, hanno continuato indisturbate a scardinare la cassaforte.
2) lo stanziamento di risorse - soprattutto regionali dato che i bollettini dell'Istituto Luce by Maroni martellano ogni giorno di soldi stanziati per ogni necessità, anche quelle ancora da prodursi - per reclutare agenti di polizia privata, vigilanti che sempre in pattuglia completano l'assetto antirapina, sotto l'accorta regia del Prefetto. Un lettore, ai tempi della "minchiata della terza corsia" aveva proposto di destinare i 250mila euro al pagamento di paio di pattuglie operative 5/6 mesi l'anno per cinque anni. Non male. Per noi la sicurezza in casa conta di più della comodità in auto.
Ma se non è così per chi decide e se i comuni non trovano un accordo si resta in balia della malavita. Non c'è storia, il meratese è come un supermarket senza casse.
Chi vuole entrare, entra, preleva e se ne va quasi sempre indisturbato.
E se qualcuno fa il verso di reagire, finisce cornuto e mazziato. Che rabbia......!
Claudio Brambilla
© www.merateonline.it - Il primo network di informazione online della provincia di Lecco