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Scritto Martedì 13 agosto 2013 alle 19:34

Casette dell’acqua: una trentina in provincia, 140mila utenti e risparmi nel riciclo delle bottiglie di plastica e nell’immissione di tonnellate di anidride carbonica nell'aria

Il tema dell'acqua e, nel caso specifico, delle casette di erogazione installate nei comuni torna particolarmente in voga durante l'estate quando questo elemento prezioso rappresenta un miraggio a cui abbeverarsi mentre si passeggia per la città e, in un momento di contrazione economica, un risparmio seppur piccolo sull'economia domestica.
Una ricerca su numeri, quantitativi, benefici, costi è stata effettuata da Seruso e la più aggiornata è relativa all'anno 2012.  Lo studio prima ha preso in considerazione la mappatura delle strutture sul territorio e poi ne ha analizzato l'utilizzo, tenendo conto dei consumi e dei trend registrati, calcolando così sulla media i risparmi in termini di contenitori per liquidi (CPL) e di mancata immissione nell'aria di anidride carbonica.


Dal 2009 al 2012 risultano installate in provincia 29 casette dell'acqua (5 solo a Lecco), un buon numero se si pensa a zone non particolarmente popolate o profittevoli come la Valsassina.
I dati, raccolti da Seruso (in quanto ultimo anello della catena nel consumo/riciclo delle bottigliette di plastica, che ha studiato la correlazione fra la presenza di questi erogatori sul territorio e la composizione del materiale conferito all'impianto), e relativi al 2012, parlano di un bacino di utenza che da 20mila abitanti è passato a 140mila.

Queste le aree prese in considerazione dallo studio:
AREA VALLE SAN MARTINO - Comuni di Airuno, Brivio, Calolziocorte, Carenno, Galbiate, Garlate, Erve, Monte Marenzo, Olginate, Pescate, Torre de' Busi, Valgreghentino, Vercurago
AREA BRIANZA - Comuni di Barzago, Barzanò, Bulciago, Casatenovo, Cassago Brianza, Castello Brianza, Cremella, Lomagna, Missaglia, Monticello Brianza, Nibionno, Sirtori, Viganò
AREA MERATESE - Comuni di Imbersago, Osnago, Merate, Montevecchia, Olgiate Molgora, Paderno d'Adda, Perego, Robbiate, Rovagnate, Santa Maria Hoè, Verderio Inferiore e Verderio Superiore

La regolamentazione dell'erogazione dipende poi dai comuni: Merate che in un primo tempo era partita gratis si è poi dovuta "ricredere" a causa dei soliti incivili che ne approfittavano prendendo acqua per lavare auto e irrigare l'orto, e ha introdotto così un pagamento simbolico per la bottiglia lasciando gratis il bicchiere. Altri come Osnago hanno dato un "tetto" gratuito per l'approvvigionamento, altri ancora esclusivamente a pagamento.


A Osnago prima dell'installazione della casetta, la percentuale di CPL conferita a Seruso era di 13,83 (per marzo-aprile-maggio), scesa a 9,91% dopo l'installazione. A ottobre-novembre si è scesi da 16,39% a 7,68%. In un anno il comune ha risparmiato 18 tonnellate di CPL (contenitori in plastica per liquidi) pari a 47 tonnellate di anidride carbonica non immesse nell'aria per il loro smaltimento.

 

Per quanto riguarda Merate, tra i primi comuni con la giunta di Giovanni Battista Albani, si osserva che, prima e dopo l'installazione della casetta in Piazza Don Minzoni, che la % media di CPL è passata in autunno da 13,64 % a 8,07 % e in primavera da 10,57 % a 8,82 %.

In un anno si sono risparmiate 38 tonnellate di CPL pari a 100 tonnellate di CO2.



La rilevazione autunnale per Cernusco ha rilevato una % media di CPL di 17,95 prima della casetta, dato sceso a 6,12% dopo la sua installazione. Il risparmio di contenitori è pari a 24 tonnellate annue per 63 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera.


A Lomagna la differenza media tra i periodi è stata dell'8,93%, con una media passata da 18,68 a 9,51% di CPL in primavera. Il risparmio di CPL è stato di 25 tonnellate, pari a 66 tonnellate di CO2.
Lo studio ha confermato quindi la flessione della percentuale di bottigliette d'acqua conferite all'impianto di Seruso dopo l'installazione delle casette e una mancata produzione di CO2 dovuta ai processi di trasporto e imbottigliamento industriale dell'acqua.
S.V.
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