Offro ai lettori qui sotto gli stralci delle fonti che ho ritrovato e la loro trascrizione:
Della nobiltà di Milano (MORIGIA 1595, p. 263-264) Praticamente un intero capitolo:
Del Valoroso Luca Perego detto il Capitano Pozzo:
Volendo hora dire alcuna cosa di un altro Milanese nominato Luca Perego capitano di grande valore ed espertissimo nell'arte militare; Questo da Suoi teneri anni si diede a maneggiar l'arme e ritrovossi per soldato alla notabilissima rotta di Ravenna, dove intervennero quasi tutta la fiore dei valorosi Capitani di tutte le nazioni dei cristiani; e dopo si ritrovo a quell'altro fatto d'arme di Novara tanto famoso e sanguinoso; Appresso essendo di età d'anni diecisette, si ritrovò al fatto d'arme di Melegnano, dove morsero dodicimila svizzeri, e quattromila francesi, e fui mille feriti e portava la Picha e l'elmo d'un gran Guerriere. Inoltre facendosi conoscere di giorno in giorno per valoroso, e bravo guerriere, però il Conte di Gaiazzo Generale della Republica Venetiana l'ebbe per suo luogo tenente, nel qual grado acquisitossi molte lodi e ebbe una mortal ferita, attraverso le interiora, sotto Cremona, combattendo con grande ardire contro dei nemici. Segui dopo don Ferrante Gonzaga in Marsilia e nell'Ungheria con carico di luogotenente del capitano Zuchero. Fece poi gran prodezza a Pila e difese quella città con gran cuore da fuor'usciti. Ne minor gloria acquistossi a Monte Murlo mostrando il molto suo valore nella preda ch'ei fece di Filippo Strozzi e bauio valore fuor'usciti, e nemici capitali di Cosimo de Medici Gran Duca di Toscana, per la cui segnalata impresa ebbe in dono dal detto Gran duca il palazzo de Medici posto in Milano sua patria con amplissimi privilegi. Appresso, volse poi seguitar la persona dell'imperator Carlo Quinto ed esso lo creò suo gentiluomo di bocca; e nella guerra di Sassonia portossi valorosamente e fece prodezze memorabili e accrebbe reputazione alla cavalleria leggiera: onde l'imperator gli fece patente amplissima di scegliere quei cavalli che volesse nel Regno di Napoli; fu anche con gran furore nominato cavaliere aureato dallo stesso imperatore nel campo sotto Ingelstato, con privilegi straordinari. Fu anco luogotenente di don Francesco D'este, Generale nel Piemonte, il quale confidava e riponeva ogni impresa sopra il valore, e fedeltà di queto Capitano, il quale ebbe gran parte nella ricuperatione di Vercelli. Dirò ancora come ebbe il governo di Trino, quel di Nizza e Crescentino; ancora fu governatore di Volpiano dove si congegnò quella sottile stratagemma di quei carri che entrarono in Torio. E finalmente gli fu data autorità di visitare tutte le fortezze dello stato di Milano e smatellarle a suo giudizio. Molte cose sarebbero che scrivere dell'imprese segnalate di questo coraggioso e prudentissimo Perego, le quali per brevità le voglio trapassare; e solo dirò come ho veduto io presente Auttore cinque amplissimi privilegi fattegli dal Grand'imperatore Carlo V e dal re Cattolico suo figliulo, nelle quali per gratitudine gli elargironoscudi trecento l'anno e scudi venticinque per l'esentione del vivere, con parole molte amorevole, e di gran favore. Mori questo valoroso capitano l' anno 1582 in Perego nel monte di Brianza (dove egli ha un palazzo molto commodo e vago, in venerabile vecchiaia essendo di età novanta e buonissimi sentimenti ancora. Et ha lasciato un figliulolo nominato generalmente il Cavalier Pozzo, perciò che il padre di lui era chiamato Capitano Pozzo.
Commentario: (ORTENSIO LANDO f.27r, nel margine)
"Il valente et accostumato capitano Pozzo da Perego";
Sette libri de cathaloghi, (ORTENSIO LANDO p. 524 e p. 548 )
- "A proposito di cavalli: "Il capitano Pozzo da Perego ne ha uno molto gentile donatogli dall'Imperatore" - "Il capitano Pozzo per lo suo ardire è stato riconosciuto da Carlo V.". Lettere di molte valorose donne ( ORTENSIO LANDO 1548 )
Troviamo una scritta da Ippolita Calcaterra che si dichiara moglie dello stesso Capitano come si evince dalla lettera di cui sotto.
IPPOLITA CALCATERA A M. PERLA
Alli 10 di Dicembre ebbi le vostre lettere, nelle quali molto vi dolevate che vostro figliuolo fusse riuscito si malsano et delle gambe si mal disposto, io certamente non molto me ne maraviglio veggendolo tutto dato all'otio e al riposo, ne mai esercitarsi il corpo in alcun utile e onesto esercizio. Venga un poco a starsi con a Perego per qualche giorno, dove ritroverà si perfetti cacciatori, quanto mai fussero ne Elimo ne Panope delli quali favellando virgilio cosi già disse: TUM DUO TRINACRII IUVENES HELYMUS PANOPERSQUE ASSUETI SILVIS, COMITES SENIORIS ACESTAE
Potrassi anchora esercitar (s'egli vorrà) nel cavalcare essendoci il cavalier Pozzo mio onorato consorte, del quale si po' meritamente dire quel che disse Virgilio di Lauso figliuol di Turno:
LAUSUS EQUUM DOMITOR, DEBELLATORQUE FERARUM.
Si che venga a vedere questi nostri monti Brianceschi pieni di ogni vaghezza s'egli vuole per l'avvenire scordarsi il bel Palerno della Campania, il Berecinto della Frigia e l'Aracinto dell'Etolia,; venga contemplar almeno per dici giorni i Monti della Brianza e sprezzerà per l'avvenire l'amenità di monte l'Abbate, la serenità del monte Idalio e la fecondità di Artemisio, monte dell'arcadia; s'egli ci viene mentre ci è il mio consorte promettetegli da parte mia che non passerà mai giorno ch'egli de rari animali non faccia grassa preda; imperocchè ci habbiamo cani di velocità non inferiori a Vertego del quale, fassi degna memoria presso Martiale. Troverà cani li quali cederebbono d'ardire e di prestezza ne a Licisca, ne ad la, ne ad Umbru da Virgilio cotanto lodati certamentem quando gli havredete veduti e isperimentati, direte che Ateone none hebbe mai de Simili. E che il Melampo con l'Oribaso aggiuntoui anchora il Pamphago, il Dorceo e il Ladone, non potrebbero stare al paragone con i nostri, ne ci mancano cavalli per seguirli migliori assai di Orneo, di Etone di Nicteo, di alastro di Amatheo e di Abastro cavalli di Plutone, de quali fasi honorata memoria presso Claudiano.
Da questa ultima lettera si evince la bellezza che dovevano avere le nostre colline allora, in particolare l'amore che legava Luca al suo paese natale, che volle arricchire con il suo palazzo, che purtroppo una troppo rapida modernità ha dapprima trasformato l'ala est in Chiesa parrocchiale e successivamente cosa ancora peggiore ha letteralmente fatto a pezzi una parte dell'ala ovest, dove vi erano le stalle, per fare posto alla strada. Inoltre il giardino che doveva essere una delizia sempre secondo Hippolita è stato completamente sventrato per fare posto al villaggio della via Gloria, poi all'ecomostro sulla collina, per fortuna, abbattuto una decina di anni fa; e riempito di cemento e asfalto quello che oggi è l'oratorio del paese. Cosa direbbe il Capitano se tornasse? Sicuramente che i Brianzoli e i Pereghini in particolare non sanno più cosa è la bellezza e troppo facilmente distruggono tutto in nome della modernità e della comodità. Ripeto che basterebbe poco per ridare un po' di bellezza al centro storico del paese oggi davvero fatiscente con quell'asfalto che appiattisce tutto, ma forse la mia è solo un utopia o un sogno ad occhi aperti.
Chissà se la nuova o vecchia amministrazione che uscirà dalle elezioni di settembre 2020, avrà qualche idea anche per questo.