Scritto Sabato 15 luglio 2017 alle 08:54
Verderio: ciclista salvato da un sistema di cura...in bici
Clinicamente morto a causa dell' interruzione della funzione cardiocircolatoria prima e poi di quella respiratoria, soccorso tempestivamente e salvato con due defibrillazioni un ciclista sta ora sperimentando un innovativo sistema di cura in bicicletta, portato avanti dagli Istituti di ricovero e cura Gruppo Iseni di Lonate Pozzolo (Varese), seguito pedalata per pedalata da un cardiologo anche lui appassionato delle due ruote. Protagonista della storia a lieto fine è Vincenzo Vitale, 44 anni, di Verderio, sposato e con un figlio di 3 anni, impiegato in un ufficio commerciale di un'azienda specializzata nel trattamento delle acque. Nonostante problemi cardiaci che lo hanno portato a dover mettere tre stent alle arterie fra il 2000 e il 2007, Vitale è un appassionato corridore oltre che un ciclista anche da 70 km al giorno. Lo scorso 13 giugno stava prendendo parte a una gara podistica vicino a Monza: a un certo punto si è sentito mancare ed è svenuto su una panchina. Salvato per il rotto della cuffia in ambulanza, all'ospedale San Gerardo del capoluogo gli è stato inserito un defibrillatore interno. L'intervento è stato coordinato dal dottor Andrea Macchi che è anche direttore degli Istituti del Gruppo Iseni. E così - come ha spiegato all'ANSA lo stesso Vitale - ora insieme a Macchi, già a 10 giorni dall'impianto del defribillatore, fa due sedute di ciclismo a settimana, di circa 60 minuti ciascuna, insieme al cardiologo e ovviamente monitorato con un cardiofrequenzimetro: 30, massimo 40 km a volta, e, soprattutto in pianura (è per ora vietata la collina e la montagna). L'obbiettivo è quello di tornare a una vita normale compreso la possibilità di fare sport. (ANSA)
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